Cara Marta,
grazie per la domanda, sono certa che questo argomento suscitera’ l’interesse di molti genitori.
Ho cercato di sintetizzare i miei suggerimenti:
1) fare lo spuntino a scuola e’ una sana abitudine: molti ragazzi necessitano una “ricarica energetica” per poter affrontare al meglio la seconda parte della mattinata.
2) No a cibi “ricchi” di calorie, grassi, zuccheri e sale: lo spuntino non e’ un pasto! A scuola i ragazzi sono per la maggior parte del tempo seduti, non hanno necessita’ di tante calorie, uno spuntino “eccessivo” rischia di favorire l’aumento di peso, e di compromettere il giusto senso di fame a pranzo. Quindi se sua figlia ha molto appetito a scuola le posso suggerire di rivedere la colazione, che potrebbe esser insufficiente.
3) Il miglior consiglio che le posso dare e’ quello di “variare”! Con la collaborazione di sua figlia scegliete insieme 4-5 spuntini tra quelli “adatti” e fateli ruotare nell’arco della settimana, o del mese: crackers, gallette, pane… Potreste anche preparare in casa alcuni spuntini, esistono anche versioni “leggere” di: biscotti, muffin, torte… In questo caso cerchi di non eccedere con le “porzioni”.
4) Gli alimenti “genuini” scartati (es la frutta), perche’ scomodi da gestire a scuola, o “poco trendy”, potranno esser consumati tranquillamente a casa nel momento della merenda.
5) Attenzione agli spot: non delegate alla tv il compito di occuparsi dell’educazione alimentare dei vostri figli.
Perche’ i bambini considerano la frutta poco trendy e chi la consuma viene talvolta etichettato in modo negativo? Alcuni anni fa un’universita’ italiana ha monitorato gli spot trasmessi in tv in fascia protetta, non vi stupira’ scoprire che i prodotti meno pubblicizzati erano la frutta e la verdura; i piu’ pubblicizzati merendine, caramelle, bibite… Non dimenticate che la tv influenza le abitudini dei vostri figli e i cibi reclamizzati sembrano piu’ buoni.
Per fortuna in tante realta’ anche la scuola cerca di indirizzare le scelte alimentari dei piu’ piccoli, promuovere percorsi di educazione alimentare (es progetto “LoSpaventapasseri della Provincia di Cremona, a cui partecipo da anni), o aderendo a progetti che promuovono il consumo della frutta a meta’ mattina (www.fruttanellescuole.gov.it).
Annarita
Buongiorno,
per rispondere alla sua domanda e’ necessario far chiarezza sul concetto di metabolismo basale.
Il metabolismo basale corrisponde alla spesa energetica richiesta dall’organismo per il mantenimento delle funzioni fisiologiche essenziali, ovvero le calorie che il corpo brucia in una situazione di riposo per sopravvivere.
E’ un valore che cambia da individuo ad individuo e dipende da diversi fattori (dimensioni corporee, sesso, composizione corporea, eta’…).
Il metabolismo è influenzato positivamente dalla massa magra, motivo per il quale a parita’ di peso, a riposo, un atleta brucia piu’ calorie rispetto ad una persona normale; quindi per poter “aumentare” il metabolismo bisogna prediligere tutte quelle attivita’ che favoriscono l’aumento del tono muscolare.
Per contro bisogna assolutamente evitare diete drastiche e/o sbilanciate, che risultano svantaggiose per una serie di motivi tra cui:
- favoriscono un deperimento (quindi perdita anche di muscolo);
- il corpo tenderebbe, per sopravvivenza, ad adattarsi al regime restrittivo, diminuendo le sue richieste e rallentando il metabolismo basale.
Quindi se vuole veramente risvegliare il suo metabolismo eviti troppi sacrifici a tavola e appena le sara’ possibile inserisca un’attivita’ fisica seguita da personale esperto (2/4 sedute a settimana).
Nel frattempo l’unica cosa che mi sento di suggerirle e’ di aumentare le calorie bruciate nell’arco della giornata, sfruttando l’effetto Termico dell’Esercizio fisico: infatti l’esercizio fisico insufficiente e’ diventato la norma, molti di noi trascorrono gran parte della giornata fermi in posizione seduta (in ufficio davanti al computer, in macchina, davanti al televisore...).
La maggior parte di noi sono affetti da “sedentarieta’”!
Per combatterla “bastano” 30 minuti al giorno di esercizio fisico:
- accompagnare i figli a scuola a piedi; fare le scale invece di prendere l'ascensore;
- fare una camminata veloce all'aria aperta/ o un breve giro in bicicletta; ballare…
Antonella
Grazie Antonella per i complimenti, fanno sempre piacere, soprattutto in questa fase di rodaggio.
Rispondo alla sua domanda con una citazione: “e’ la dose che fa il veleno” (Paracelso).
Il grana e’ un ottimo alimento, ma attenzione a non esagerare!
Il formaggio in generale e’ una fonte di calorie, colesterolo e sale.
Consiglio prima di tutto di spiegare a sua figlia che la nostra alimentazione deve esser varia, prevedere “un po’ di tutto”, e che qualunque alimento, se assunto in quantita’ eccessive, puo’ far male al nostro organismo.
I bambini possono, nella maggior parte dei casi, permettersi qualche sgarro in piu’, rispetto a noi adulti, ma non dimentichiamo che gli errori alimentari che si instaurano da bambini vengono spesso mantenuti anche in eta’ adulta.
Eviti di aggiungerlo durante la cottura (dei sughi per la pasta, delle verdure…), e lo utilizzi direttamente nel piatto di sua figlia. A questo punto cominci a monitorare il consumo quotidiano di grana di sua figlia: quanti cucchiaini ne consuma?
Nel caso in cui siano veramente troppi cominci a ridurre le quantita’: es anziche’ aggiungere 1 cucchiaio colmo su ogni preparazione, ne aggiunga due cucchiaini scarsi, e solo successivamente uno; in modo che le papille gustative si abituino al nuovo gusto, meno saporito.
Ci vuole tempo, ma lei non deve aver fretta!
Sostituire totalmente il grana nei piatti che consumera’ sua figlia non sara’ facile per lei, provi a farle assaggiare sapori nuovi, in particolare aromi e spezie, che possono aiutarla a rendere gustose le sue preparazioni.
Paola
Buongiorno Signora Paola,
nel caso in cui le sia sfuggito, le suggerisco di leggere un articolo che ho scritto alcuni mesi fa per tutti i lettori di Crescibimbo: “Far mangiare ai bambini frutta e verdura. Un’impresa da supereroi” (lo trova nella homepage, sessione “pappe e favole”).
La sua domanda e’ tutt’altro che banale, si tratta di una questione molto complessa, che richiede tempo, ma anche competenze, per esser sviscerata nel modo corretto e affrontata nella sua globalità.
I bambini vanno indirizzati nelle loro scelte alimentari, quindi cari genitori non delegate la tv (con i suoi spot pubblicitari) di occuparsi di questioni di educazione alimentare.
Il “gusto alimentare” dei vostri figli deve esser “educato” nel modo corretto, evitate trucchetti e forzature, che potrebbero addirittura favorire veri e propri disgusti alimentari.
Oggi siamo tutti concordi, specialisti e non, nel dire che un’alimentazione corretta sia fondamentale per mantenersi in buona salute, eppure mancano le condizioni ottimali favorevoli alla sua realizzazione: televisione, industrie alimentari, riviste… anziche’ aiutare i genitori, e promuovere il consumo di alimenti utili al benessere, incentivano spesso il consumo dei junkfood (cibi spazzatura).
E’ per questo motivo che ho sentito l’esigenza di creare un percorso che vada controtendenza, e che sia d’aiuto a tutti coloro che vogliono prendersi cura delle abitudini alimentari della propria famiglia, un “percorso di gruppo” utile agli adulti e ai bambini: Cavoli a Merenda!
Il percorso (3 incontri), cercherà di affrontare la tematica da vari punti di vista, motivo per il quale alla mia figura si affianchera’ quella di un pedagogista clinico, la Dr.ssa Alessia Galli, con la quale da mesi stiamo lavorando alla realizzazione del progetto.
I due gruppi (genitori/ bambini) verranno seguiti contemporaneamente, ma in modo distinto; ci saranno momenti dedicati ad aspetti teorici ed altri ad attivita’ pratiche.
Quindi cara Paola, non imponga i suoi gusti a suo figlio, non forzi il consumo delle carote, e delle verdure in generale. Lo aiuti a familiarizzare con questa categoria di alimenti, favorisca la conoscenza delle loro virtù.
Colgo questa occasione per augurarvi un Felice Anno Nuovo, e per annunciarvi che il percorso “Cavoli a Merenda” comincera’ ad esser proposto sul nostro territorio gia’ dai primi mesi del 2014. Chiedo quindi aiuto a voi genitori, insegnanti, dirigenti scolastici, associazioni…. un aiuto ad individuare dei canali per pubblicizzare l’evento sul territorio, o sponsor che credano in questo tipo di attività e permettano di abbassare i costi per i partecipanti.
Cara lettrice,
prendo spunto dalla sua domanda per riflettere con voi lettori su alcune questioni che riguardano da vicino il mio lavoro.
- Che significato attribuiamo alla parola “dieta”?
Mi capita spesso di porre questa domanda ai ragazzi che incontro nelle scuole, o agli adulti che intervengono ai miei corsi:
- dieta per molti è sinonimo di privazione, digiuno, forzatura, dimagrimento;
- chi è a dieta e’ triste, nervoso, debole;
- tutti i cibi buoni sono vietati, i carboidrati banditi.
Io sono una dietista, mi occupo di diete, e vi assicuro che non riuscirei a dedicarmi con passione al mio lavoro se condividessi questi significati.
Allo stesso tempo però non posso affermare che siano del tutto sbagliate queste associazioni, esistono davvero “regimi” (scusate ma non riesco a chiamarle diete) che soddisfano tali caratteristiche, e sono talmente famosi da meritarsi spot e servizi in tv, articoli sui giornali, visibilità in libreria e in internet…
Tali regimi sono spesso diseducativi, e se rispettati per lunghi periodi diventano insostenibili a livello fisico e psicologico, favorendo in taluni casi anche veri e propri disturbi del comportamento alimentare.
Parlo di tutti quei regimi che non tengono conto dei gusti e disgusti personali, delle tradizioni, che promuovono un’omologazione alimentare: stessi cibi (o pillole, o beveroni), e stesse calorie, per tutti!
Il termine dieta è invece sinonimo di alimentazione corretta, equilibrata, completa; la dieta è un cambiamento del proprio stile di vita, graduale e duraturo.
Ricordate che mangiare sano garantisce una buona salute e il buon umore, parola di dietista.
- Tutte le persone che cercano dimagrimenti rapidi hanno veramente bisogno di perder peso?
Forse dovremmo ridimensionare l’ossessivo bisogno di dimagrire a ogni costo, soprattutto quando non ce n’è nessun bisogno.
State attente ai dimagrimenti rapidi, sono spesso un’illusione, si rischia di riacquistare velocemente i chili persi, o peggio, di fare danni alla propria salute.
Cosi come ci sono voluti giorni, settimane o mesi per aumentare di peso, è necessario altrettanto tempo per recuperare la forma desiderata.
L’obiettivo non è solo l’estetica, distogliete l’attenzione dal numero che leggete sulla bilancia e pensate alla vostra salute. La salute e’ un bene preziosissimo, e in gran parte dipende da cio’ che mangiamo, o che decidiamo di non mangiare.
- Perché esistono ancora persone obese se esistono regimi “miracolosi”?
…
A voi la risposta!
Luisa
Buongiorno Luisa,
molte persone, come lei, lamentano un rigonfiamento addominale dopo i pasti, ciò può esser dovuto al gas prodotto in eccesso durante il processo di digestione di alcuni cibi (la flora batterica intestinale decomponendo i nutrienti produce i gas), motivo per il quale la mattina, a digiuno, il ventre appare piatto.
Sicuramente non si tratta di un gonfiore causato da pasti abbondanti, infatti lei ha sottolineato il fatto che consuma “pasti leggeri”!
Presti attenzione a non esagerare con le verdure: molte persone forzano il consumo dei vegetali (per limitare l’apporto calorico al pasto e favorire comunque un buon senso di sazietà), e cosi facendo sbilanciano la dieta. Un’alimentazione corretta deve prevedere il consumo di tutti i nutrienti nella giusta proporzione, anche proteine e carboidrati!
Le consiglio di provare a ridurre in generale la quantità di verdura che consuma al pasto; se i sintomi dovessero persistere, valuti dei fermenti, perché l’eccessiva produzione di gas potrebbe segnalare una flora batterica alterata, condizione molto frequente.
Si ricordi però che la pancia gonfia potrebbe anche esser un sintomo di un’infiammazione all’intestino causata da patologie comuni (colite, colon irritabile, intolleranza al lattosio, cattiva digestione…), quindi le suggerisco, nel caso in cui si tratti di un gonfiore evidente/ fastidioso/ associato a dolori/ che tende a peggiorare, di parlarne con il Medico di Base.